Il mercato Cinese si attendeva una perdita del 60% sul mercato outbound, e una perdita del 45% sul mercato domestico al termine del 2020, numeri enormi in relazione agli abitanti della Cina.
Tuttavia questa previsione di perdite è stata recuperata all’80% circa, in ragione di uno straordinario rebound del turismo domestico, pari ad oltre il 160%. Fonte China Tourism Academy.
Quali sono state le tendenze turistiche interne in Cina, che hanno portato a questo fantastico risultato di rebound?
Scenari naturali e paesaggi sconfinati
Una delle destinazioni che ha visto il maggiore incremento di turisti rispetto all’anno precedente è la lunare Mongolia, trascinata dalle stories di una star del social più in voga in Cina, Douyin: l’antagonista cinese di TikTok da 600 milioni di utenti.
Destinazioni raggiungibili in auto
Per la prima volta l’auto è diventata il mezzo privilegiato per le proprie vacanze, per ovvi motivi di “paura da contagio”: questo ha distribuito uniformemente il rebound da turismo interno in quasi tutte le aree della Cina, svuotando turisticamente Pechino, che però segna comunque un calo di poche unità percentuali. Pechino è una business travel destination livello “monster”, e lo sarà sempre.
Duty Free – Boost
Sappiamo bene in Italia come il turista cinese sia spesso meno interessato alle bellezze artistiche, e molto più attratto da un ottimo shopping. Mall, centri specifici in tutta Italia devono a questa passione tutta cinese ben oltre la metà del proprio fatturato annuale. Come ha fatto la Cina a stimolare il turismo interno con la leva dello shopping? I turisti cinesi andavano in Sud Corea per acquistare beni di lusso a prezzo inferiore: Jejui Island era la regina del duty free shopping. Ebbene il governo cinese ha trasformato Hainan, un’isola del sud della Cina, in destinazione duty free interna, generando 65milioni di presenze e un income da 85 bilioni di Yuan, di fatto rendendo Hainan il motore dell’inbound recovery. (Fonte Daxueconsulting).
Family travel
Un segmento non nuovo per il turismo interno cinese, ma che nel 2020/21 ha segnato il passo sulla qualità. Meno strutture familiari o semplici, più 4 e 5 stelle con servizi, accesso a parchi tematici, e “trastulli” per tutta la famiglia. Andiamo in macchina, stiamo tanto, e vogliamo stare bene: un principio di over-spending post isolamento in cui confidiamo come tendenza anche per l’Europa.
Israele non ha dubbi: riaprire tutto con passaporto vaccinale. Ma rimanere in Israele.
Tutto il mondo ha seguito la vicenda vaccinale di Israele, che alla fine di Febbraio aveva vaccinato il 40% della sua popolazione, ovvero circa 4milioni di persone, molte delle quali si sono vaccinate con la promessa che il GREEN PASS per viaggiare all’estero sarebbe stato immediatamente attivo.
Cosa succede il 9 Marzo in Israele? Turismo interno aperto.
Succede invece che viene riaperto tutto il turismo interno a partire dal 9 marzo, e che ogni attività (ristorazione, hotel, spa e quant’altro) è nuovamente accessibile a chi esibisca il passaporto vaccinale.
Sarebbe possibile in Italia adesso?
No, perché in ogni angolo del paese si solleverebbero dubbi sulla costituzionalità di un provvedimento del genere, non avendo avuto tutti la stessa possibilità di vaccinazione.
Sarà possibile in Italia in futuro?
Sarà possibile in Italia in futuro? Non se dipende dal nostro Paese, piuttosto l’Italia in Europa dovrebbe farsi delatrice di una proposta di uniformità di criteri sulla circolazione Schengen e non Schengen, sulle regole e l’allentamento delle restrizioni progressivo.
La partita per il Pil turistico dell’Italia si gioca fuori dall’Italia.
Sono contenti in Israele della riapertura solo delle attività domestiche? Niente affatto: travel bloggers, tour operators e media neanche troppo antagonisti criticano questo passo indietro rispetto alle promesse come un ulteriore danno al comparto. Fonte The Media Line
Australia e Nuova Zelanda: la nuova Hollywood del mondo
Come tutti sanno la Nuova Zelanda, guidata dalla brillante Prime Minister Giacinda, tra le prime nazioni al mondo ha sconfitto il virus, e a ruota l’Australia. La distanza, l’isolamento oceanico e le regole di ingresso già precedentemente molto restrittive hanno compiuto il miracolo, e poi le tendenze turistiche sono nate da sole.
Nel caso della Nuova Zelanda parlare di effetti di rebound da turismo interno è complicato: non ci sono i numeri proporzionali perchè questo accada, tuttavia i rapporti tra Nuova Zelanda ed Australia in questo senso sono aperti, e le connessioni possibili: un piccolo micro-mondo turistico a parte.
Nel caso dell’Australia invece le tendenze turistiche sono arrivate su dei jet privati direttamente dal jet set internazionale: Hollywood e il cinema globale hanno bisogno di socialità e di libertà per esistere, ed ecco che l’Australia è divenuta seconda casa per star del calibro di Matt Damon, Idris Elba, Nathalie Portman, Christian Bale.
I loro profili Instagram hanno procurato agli attori non pochi grattacapi: foto di passeggiate senza mascherina, cene assieme, grigliate nel backyard – tutte cose adesso possibili in Australia – hanno scatenato la rabbia dei fans, che più che rabbia è invidia. Fonte New York Times
E di fatto produzioni da milioni di dollari si sono spostate nell’unico luogo dove possono lavorare: in Australia e Nuova Zelanda. Quale tendenza turistica è questa? È una tendenza turistica futura, perché genera scenografie e film ambientati in Australia, quindi la promuoverà per molti anni a venire, come è già successo con produzioni come The Lord of the Rings e simili. Quindi la contingenza attuale creerà ricchezza anche futura, alas. Turisticamente, spesso piove sul bagnato!