Si potrebbe dire che questo tempo disgraziato la mascherina l’abbia messa soprattutto alle nostre emozioni, ovvero alla nostra possibilità di provarne.
Cenni di “antropologia del turista post-covid19”.
Si potrebbe dire che questo tempo disgraziato la mascherina l’abbia messa soprattutto alle nostre emozioni, ovvero alla nostra possibilità di provarne.
Emozioni vivide come quelle donate dal ridere e scherzare insieme, darsi la mano o abbracciarsi, dal vivere anche fisicamente l’amicizia, sono diventate sconvenienti o sconsigliate. Emozioni vanitose come quelle provocate da un sorriso tra sconosciuti, un rossetto diverso o uno sguardo sicuro, mutilate. Emozioni sincere come quelle che si provano a tavola, davanti ad un bicchiere di vino, uniti da una passione speciale o da un piatto di stagione, limitate, annichilite. Emozioni forti come la passione dell’innamoramento, impossibili o negate dai lockdown.
Emozioni profonde, come l’abbraccio morbido di una nonna, o come un noioso pranzo tra troppi parenti, trafitte.
Emozioni speciali, come quelle legate alla scoperta di cose e mondi nuovi, eliminate.
Ma se c’è una cosa che rende il Sapiens diverso da qualsiasi altro essere vivente è proprio la coscienza di sè, e la necessità di alimentarsi soprattutto attraverso le emozioni, quelle che predilige.
Quindi è possibile che le nostre emozioni “preferite” siano momentaneamente eliminate, annichilite, impossibili, negate o sconsigliate, ma non è possibile che noi Sapiens smettiamo di cercare di provarle.
Cambiamo solo il mezzo, ma il fine è lo stesso.
Non sto descrivendo un essere umano primordiale, dai bisogni non urbani o dagli appetiti animaleschi: sto descrivendo lo stesso essere vivente che se si trova in un tunnel, lo arreda, che tra le brutture della rete si commuove per un gattino, e che nell’impossibilità di muoversi, pianifica il viaggio della sua vita. Nei minimi dettagli, perché sono quelli che ti salvano dalle “brutture”
Come sceglieremo le nostre mete, dopo lo shock della pandemia?
Avere la capacità di suscitare emozioni, ma più ancora di comunicare che nel proprio hotel, villa, camera, campeggio, territorio, paesino siamo in grado di lasciartele provare, queste benedette emozioni, è la chiave di tutto.
È una rivoluzione copernicana rispetto al concetto di turismo esperienziale, promessa mai totalmente mantenuta da troppi territori: non si viaggerà solo per provare una data esperienza che solo quel luogo ti può offrire.
Si viaggerà soprattutto raggiungendo luoghi dove è possibile provare le esperienze e le emozioni che desideriamo più profondamente.
È la stessa differenza che corre tra installare semplicemente la cromoterapia nella doccia del tuo hotel, o arredarlo tutto secondo i criteri del Feng-Shui, alla “Marie Kondo”: i sentimenti e le esperienze, non sono un motivo di up-sale, ma sono la vera e propria ragione del viaggio. E quello che dovete imparare è come far capire ai vostri potenziali clienti che da voi, nel vostro albergo, nel vostro luogo, nel vostro Airbnb, nel vostro paesino, nella vostra regione o nel vostro paese quelle emozioni si possono provare. Senza difficoltà, in sicurezza, con sincerità. È necessario spostare il focus dall’emozione che un dato luogo può naturalmente offrire, e che lo relega a una o poche nicchie turistiche, alla gamma di emozioni ed esperienze che in quel dato luogo si possono provare, generare o ricreare: in questo modo si rende il proprio prodotto turistico trasversale, scomponibile, e da raccontare con alfabeti (non solo linguaggi) e supporti completamente diversi tra loro, per ogni genere di pubblico possibile. La buona notizia è che questo orizzonte di Emotions Hunger Games è infinito e frastagliato, e regala buone opportunità anche a chi prima non ne aveva. La cattiva notizia è che toglie opportunità a tante destinazioni uguali a se stesse da troppo tempo.
Qualunque cosa tu fossi o tu rappresentassi nel tuo panorama turistico, devi rimboccarti le maniche, rivedere i tuoi piani e raccontarti in maniera diversa.
Se c’è una cosa che questo tempo ci ha insegnato, è proprio che il tempo che abbiamo non è scontato, e che viaggiare non è più un diritto acquisito.
Di sicuro questo tempo ci ha insegnato anche che la vita è troppo breve per fare una vacanza nel posto sbagliato; e sembra proprio che mezzo pianeta in questo momento abbia abbondanza di tempo per scegliere, visionare, pianificare il viaggio dei sogni, alla ricerca delle proprie emozioni preferite.
Se c’è una cosa che questo tempo ci ha insegnato, è proprio che il tempo che abbiamo non è scontato, e che viaggiare non è più un diritto acquisito. Di sicuro questo tempo ci ha insegnato anche che la vita è troppo breve per fare una vacanza nel posto sbagliato; e sembra proprio che mezzo pianeta in questo momento abbia abbondanza di tempo per scegliere, visionare, pianificare il viaggio dei sogni, alla ricerca delle proprie emozioni preferite.
Il futuro del turismo sta proprio qui: farsi trovare dalle persone che inseguono le proprie emozioni, ed apparire a loro come la scelta migliore possibile.
Ecco alcuni consigli per non perdere tempo e denaro, e per sfruttare questo tempo di attesa a tuo favore:
La tua immagine ti somiglia?
Prendi ogni supporto o vetrina a tema turistico sul quale sei pubblicato e componi un quadro chiaro di come ti stai promuovendo: sito, portali, brochure, profili social, descrizioni online, video, foto, recensioni, cartelloni e persino biglietti da visita. Realizza un identikit chiaro di come stai mostrando agli altri la tua struttura o il tuo territorio in questo momento, con le immagini e le azioni promozionali a cui hai dato vita tu.
Mi vedono come voglio io?
Fai un confronto onesto tra come ti stai promuovendo dal punto di vista turistico e come ti vedono i potenziali turisti: per un territorio o un comprensorio questo è il momento giusto per dar vita ad una sentiment analisys; per una struttura è il momento per rileggere tutte le recensioni, scovare le foto o i video pubblicati con geolocalizzazione, di ascoltare il personale, quello che ha percepito o udito da parte dei clienti, e di ascoltare le proprie intuizioni e preoccupazioni.
Quali emozioni riesco a far provare?
Rivedi la tua attività negli anni, e fissa i momenti in cui hai visto i tuoi clienti veramente contenti, o soddisfatti: avrai delle sorprese, e degli spunti. Ad esempio: hai sempre pensato che la tua leva turistica principale sia trovarti a qualche km da una grande città, ma ti ricordi bene il sorriso di quei tuoi clienti quando hanno trovato quella piccola bottega a due passi dalla tua struttura, o quel ristorantino straordinario a 2 minuti da te. In quel momento sei riuscito a farli sentire “del posto”, a far loro provare l’esperienza di vivere in un dato luogo, diverso dal loro, che è la chiave del turismo di questi giorni disgraziati.
Quanto di queste tue potenzialità stai comunicando nella tua campagna promozionale?
Perdi tempo: non sarà tempo perso!
Rifletti su quello che hai visto o quello che hai vissuto da host, e stila un elenco di sentimenti positivi che hai generato nei visitatori con il tuo territorio, o con il tuo hotel o il tuo campeggio. Dovrai necessariamente farli emergere nelle tue azioni pubblicitarie per il 2021, altrimenti elimineresti alcune delle tue caratteristiche più utili ad una efficace promozione turistica.
Sii Sincero.
Hai individuato dei sentimenti che riesci a generare e che puoi raccontare, ma fallo con genuinità; la gente usa i filtri per apparire perfetta, e proprio per questo non sceglie mai destinazioni perfette, e preferisce sapere prima cosa aspettarsi. Davvero: ama i tuoi difetti, e anche turisti e visitatori li ameranno.
La Competenza è la chiave del successo.
Per raccontare un’emozione possibile serve competenza rispetto ai linguaggi, alle piattaforme, ai supporti e al pubblico a cui rivolgersi. Il prezzo della competenza è irrisorio rispetto ai danni dell’incompetenza.